Il termine "vapore" deriva dal latino vapor, oris (dall'arcaico vapos) e letteralmente la sua traduzione italiana è vapore, esalazione, fumo. Con le espressioni aquarum vapor e terrenus vapor i latini indicavano rispettivamente il "vapore acqueo" e il "vapore che sorge dalla terra".
Dal punto di vista concettuale, rappresenta uno stato fisico della materia, meglio definito come aeriforme, a temperatura inferiore rispetto alla propria temperatura critica, al di sopra della quale una sostanza non può esistere allo stato liquido. Ad esempio per rendere liquida l'acqua è necessario che la sua temperatura sia minore di -150 °C.
In generale spesso si usano impropriamente, senza una giusta distinzione, i termini gas e vapore: la differenza sta nel fatto che il gas non può mai essere liquefatto per semplice compressione, poichè si trova al di sopra della sua temperatura critica, mentre il vapore può essere liquefatto per compressione poichè si trova al di sotto della sua temperatura critica.
Inoltre è possibile evidenziare due tipi di vapore: saturo e surriscaldato.
Quando il vapore si trova in equilibrio con la fase liquida (cioè raggiunta la temperatura di ebollizione, a una determinata pressione) si parla di vapore saturo;
quando invece la temperatura del vapore è superiore a quella di ebollizione, si parla di vapore surriscaldato.
Per esempio il vapore d'acqua prodotto allo stato surriscaldato con appositi generatori, trova applicazione sia come mezzo di riscaldamento sia come fluido attivo negli impianti di produzione d'energia, dove, passando attraverso opportuni circuiti, viene condotto a espandersi in idonee motrici quali turbine, che generano appunto energia.Quando il vapore si trova in equilibrio con la fase liquida (cioè raggiunta la temperatura di ebollizione, a una determinata pressione) si parla di vapore saturo;
quando invece la temperatura del vapore è superiore a quella di ebollizione, si parla di vapore surriscaldato.
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